Come sviluppare un franchising all’estero
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Il sogno di quasi tutti gli imprenditori, che decidono di intraprendere uno sviluppo franchising per la propria attività, è di espandersi anche all’estero.
Questa espansione non è poi così semplice perchè ci sono tantissime variabili da considerare se non si vuole rischiare di fare un buco nell’acqua.
Essendo quindi un tema molto delicato ho deciso di intervistare il Responsabile Corporate di Reting, Massimo Barbieri, fondatore dell’azienda SOFI (Sviluppo ed Organizzazione Franchising Internazionali).
Partiamo spiegando qual è il vero significato dello sviluppo oltre la propria terra di origine.
Cosa significa sviluppare un franchising all’estero
Per capire bene cosa significa sviluppare un franchising all’estero, andiamo a vedere più da vicino cosa fanno le aziende leader in questo campo.
Esistono principalmente 4 modi per esportare il proprio format all’estero.
1- Il franchisor va direttamente ad aprire una o più unità pilota nella nazione in cui vuole svilupparsi da cui poi partiranno tutte le altre aperture in franchising.
Questo è ciò che ha fatto McDonald’s, arrivato in italia nel 1985 aprendo un punto di proprietà a Bolzano.
2- Fare aperture con piccoli franchisee che si prendono il rischio di investire, insieme al franchisor, in una nuova realtà, per poi studiarne tutte le relative caratteristiche.
Hanno fatto ciò:
- Doppio Malto, andando in Francia prima ed ora in Regno Unito.
- Befed, andando in Francia
- Il Panino Giusto, andando in SVizzera
3- Cercare partner grandi che ti permettono di fare tante aperture con un solo contratto di franchising.
Questo avviene molto spesso quando si va in Medio Oriente, come ha fatto Cioccolati italiani.
4- Appoggiarsi alla rete delle associazioni di franchising. Uno dei punti di riferimento che il franchisor dovrebbe cercare per una nuovo Paese, è la locale associazione del franchising per farsi aiutare da loro a creare network.
Chi si occupa dello sviluppo del franchising all’estero
In ogni azienda che si sviluppa in franchising è presente una funzione chiamata: Business Development.
Non è altro che un contenitore dentro il quale ci possono essere la ricerca di nuovi locali e affiliati.
Siccome le aperture all’estero hanno una delicatezza maggiore, il reparto di Business Development individua un Project Manager che viene paracadutato nel Paese in cui si vuole aprire.
In questo modo potrà studiare i gusti e i costumi del popolo direttamente sul posto, e imparare molto di più sul mercato.
Perchè sviluppare un franchising all’estero
La premessa importante è che per sviluppare un franchising all’estero bisogna essere pronti. Può sembrare un’affermazione banale ma questo concetto vale anche per il mercato interno.
Prima di iniziare a creare un format franchising, nazionale o internazionale, bisogna testare il business model nel locale di proprietà. Bisogna quindi prima essere pronti di fare franchising nel proprio mercato e poi calcolare come farlo all’estero.
Si può immaginare che si decide di sviluppare un franchising all’estero perché ciò crea un profitto maggiore per il franchisor, ma bisogna fare molta attenzione.
Come è facile fare profitto, è altrettanto facile rovinare tutto ciò che si era costruito a livello nazionale.
L’estero è molto più complesso del proprio paese. Svilupparsi in maniera avventata, rischia di far fare brutta figura al Brand e con danni economici non indifferenti.
Dove partire con l’espansione all’estero
Un anno fa ero a Vienna alla Convention Europea dei franchisee Multi-Brand e Multi-Unit e si parlava proprio di questo: dove partire con l’espansione all’estero?
Ho 3 consigli da darti:
- Il primo consiglio è quello di non andare inizialmente troppo lontano dal Paese di origine, per una questiona organizzativa.
Se ci fai caso molti brand di ristorazione italiani, quando hanno voluto esplorare il mercato francese sono andati in Costa Azzurra. Ci sono andati La Piadineria, La Bottega Del Caffè, Tigella Bella e La Salsamenteria di Parma. Quindi espandersi a macchia d’olio e non a macchia di leopardo.
- Il secondo consiglio parte dallo studio dei mercati, del reddito medio pro capite, dei price point e dei conti economici per un unico scopo: vedere se c’è o no profittabilità per l’affiliato.
Sai benissimo che il Buon Franchising si sviluppa con l’idea che è l’affiliato il vero protagonista. Se infatti lui guadagnerà bene, sarà l’intera rete a trarne vantaggio.
- Il terzo consiglio è analizzare due aspetti che vengono considerati meno: la logistica e gli usi e costumi del Paese
La logistica è delicatissima, soprattutto nel food!Bisogna dare una grande importanza a questa parte del progetto, perchè è davvero determinante nello sviluppo all’estero.Sembrerà poi banale ma bisogna studiare anche le caratteristiche sociali, quindi gli usi e costumi del Paese in cui si vuole andare, per capire se il tuo Business Model, il tuo prodotto e la tua esperienza hanno spazio per avere successo.
Ancora una volta tutto può essere riassunto nel concetto di poco fa: bisogna essere preparati.
Se quindi hai un’attività e vorresti capire se hai tra le mani un format franchising di successo da poter sviluppare anche all’estero, compila il nostro questionario gratuito.
Riceverai una consulenza gratutita da uno dei nostri esperti di sviluppo franchising una volta compilato tutto.