Da artigiano a franchisor di successo: niente è impossibile!

Benvenuto imprenditore, 

in questo nuovo articolo voglio raccontarti la storia di Danilo Foresi che da artigiano è riuscito a costruire l’esempio del buon franchising per eccellenza, espandendo la sua rete fino a diventare la più grande d’Italia nel settore nel quale lavora. 

Inoltre, il vero successo sta nell’aver introdotto una nuova mentalità del barber shop, in voga in questo momento, che ha portato sul mercato una miriade di competitor. 

L’elemento che più colpisce, e lo scoprirai, è la capacità che ha avuto Danilo nel trasformare sé stesso da artigiano a imprenditore

Questo è il filo rosso che accomuna più o meno tutti i professionisti: da ristoratore a imprenditore della ristorazione, da pizzaiolo a imprenditore della pizza e così via… 

Iniziamo: ci sono moltissimi spunti dei quali fare tesoro per dare inizio al tuo cambiamento di vita personale. 

DANILO FORESI: DA ARTIGIANO A VERO E PROPRIO IMPRENDITORE… 

Sono Danilo Foresi, un parrucchiere che tanto tempo fa voleva creare un progetto straordinario all’interno di questo settore. 

Come primo passo, perciò, avviai la mia barberia e dopo un anno dall’apertura, visti i risultati raggiungi, io e i miei collaboratori abbiamo deciso di aprire più di un punto vendita fino ad arrivare ad avere quattro. 

Da questo momento in poi ci siamo soffermati a pensare su come crescere ulteriormente perché, si sa, in seguito ad un’iniziativa di successo si può andare incontro o ad una fase di crescita o ad una di stallo. 

Come potevamo potenziare questo progetto? 

Nasce in questo momento l’idea del franchising… ma non è stato così semplice! 

Essendo un artigiano, è stato difficile cambiare mentalità e gestire i processi in maniera imprenditoriale. 

Tuttavia, man mano che mi sono formato, ho iniziato a creare le prime procedure acquisendo sempre più competenze, le quali mi hanno portato a realizzare il franchising “Machete” espandendomi in Italia e in Europa. 

L’idea era esportare un sistema che ci ha visto leader nel mercato fin da subito, per i primi due anni dall’apertura. 

Ancora oggi, però, siamo costantemente impegnati nell’analisi e nella verifica per essere in grado di migliorarci sempre. 

Quello che offriamo alle persone che si affidano al nostro progetto è uno standard qualitativo molto alto e questo si percepisce sia nel B2C, che nel B2B e nel B2A. 

Affiliarsi ad un franchising è un grande passo: una persona si fida di te e tu devi garantirle uno sviluppo, un’etica e una sicurezza che possano rappresentare stabilità per il suo investimento. 

E noi facciamo di tutto affinché l’affiliato possa tenere il suo patrimonio al sicuro e possa crescere negli anni. 

Lo spirito del buon franchising: responsabilità e standard qualitativo. 

Attraverso l’esperienza di Danilo possiamo ricavare degli spunti davvero interessanti. 

Da un primo parrucchiere storico, per donna, situato a San Giovanni, in maniera molto informale, ha avviato il suo progetto molto molto velocemente. 

E le persone che lo hanno sostenuto in questo sono le stesse che hanno lavorato con lui da sempre: questo è il vero elemento di forza, ovvero aver valorizzato lo staff facendolo diventare a tutti gli effetti un socio. 

Com’è riuscito Danilo in questa operazione?  

Grazie al fatto che a monte, come artigiano, aveva creato un team coeso, con una visione… 

Ed è riuscito a coinvolgerlo a tal punto che, una volta nata l’idea del barber shop come franchising, hanno tutti deciso di seguirlo. 

Se avesse avuto in squadra dipendenti stanchi di lavorare al suo fianco, maltrattati, sfruttati e malpagati, di fronte a questa possibilità avrebbero sicuramente cambiato strada. 

Al contrario, raccontando loro la sua idea, li avrà spronati ed entusiasmati nonostante la difficoltà del progetto. 

Danilo è riuscito in qualcosa di notevolmente complesso per buona parte degli imprenditori: capitalizzare tutto il tempo dedicato a formare il suo team. 

Ha dovuto studiare, cambiare mentalità, processare e modificare approccio al suo lavoro per far sì che la sua attività fosse possibile replicarla con gli stessi identici risultati. 

Da questo puoi ben comprendere che il franchising è davvero una cosa seria. 

E in questo caso è stato pensato non come un modo per far cassa, ma come modello di espansione per far crescere ed espandere il brand con la stessa passione e dedizione per il quale è nato fin dall’inizio. 

Questo è lo spirito del buon franchising che Danilo dalle sue parole trasmette con chiarezza. 

Al suo interno si trovano tutti i termini e gli aspetti che rappresentano in sostanza il progetto Reting

Inoltre, Danilo merita un riconoscimento solo per aver accostato il termine standard a quello di qualità (“standard qualitativo”). 

È come se avesse congelato il livello di professionalità raggiunto per poterlo replicare “n” volte: ha centrato in pieno gli ingredienti fondamentali per strutturare un buon franchising. 

Questo standard qualitativo di cui parla si traduce nella sicurezza dell’investimento che è uno degli aspetti più importanti quando si parla di franchising. 

In secondo luogo, mi ha colpito tantissimo il suo senso di responsabilità: un costante studio e una ricerca grazie alla quale ricercare nuovi affiliati e gestire i B2C, ovvero i clienti dei suoi punti. 

Ha anche citato il nostro neologismo B2A per parlare del marketing che coinvolge nuovi potenziali franchisee. 

Quando si parla ad un potenziale affiliato infatti è come se ci si rivolgesse sia a un consumatore, utilizzando vere e proprie leve psicologiche, che ad un business, in quanto il contenuto riguarda proprio quest’ultimo. 

La comunicazione B2A è a tutti gli effetti una vita di mezzo. 

In quest’ottica Danilo ha appreso al 100% come si propone un franchising. 

Cosa ha spinto Danilo ad avviare un progetto in franchising piuttosto che a fare tante aperture dirette? 

Il suo sogno era quello di realizzare un progetto straordinario. 

E per Danilo il franchising non era solo affiliazione ma il modello attraverso il quale creare una vera e propria community dove le persone potessero condividere insieme la visione del progetto. 

Ognuno ha libertà di espressione (con alla base un regolamento che possa dare alle persone una linea guida). 

Inoltre, è vero che da soli si può lavorare velocemente, ma insieme si va molto più lontano. 

Dall’esperienza positiva delle prime quattro aperture Danilo ha deciso di duplicare il progetto in Italia e in Europa, dando la possibilità di fare successo anche ad altri imprenditori che vogliono investire in progetti ma non hanno le capacità imprenditoriali o hanno paura di compiere un passo così importante. 

Grazie al loro progetto di franchising anche altri possono realizzare i propri sogni e raggiungere i loro obiettivi… oltre a mantenere e sviluppare il loro mestiere da artigiani. 

È importante affermare infatti che oggi tante realtà artigianali sono in via d’estinzione. 

La barberia però, è uno di quei settori che difficilmente può essere sostituiti dalle macchine e dai robot e per tale ragione rimane uno di quei investimenti ancora sostenibili. 

Cosa significa trasformare un franchising in una community? 

Danilo ha fatto un lavoro eccellente. 

Ha trasformato l’idea del franchising, che tradizionalmente ha una struttura verticale, in un sistema orizzontale, con regole e patti ancora più chiari e cristallini, formando al suo interno una community. 

Questo è possibile se instauri un rapporto con il tuoi partner: ascolta le sue idee e i suoi spunti, valorizza la persona e, se ragionando con il tuo gruppo di lavoro capisci che l’idea funziona, standardizza il tutto positivamente all’interno dell’intera rete. 

È sicuramente qualcosa di moderno e futuristico. 

Per il mercato è una possibilità da valutare per rilanciare tutte quelle attività che oggi si stanno perdendo un po’ di vista (idraulici, falegnami, calzolai, etc). 

Ed è proprio questo di cui aveva bisogno il barbiere: un format che gli desse un’immagine completamente diversa. 

Danilo ci è riuscito e il suo progetto porterà sicuramente ad un ritorno dei giovani verso attività artigianali. 

Qual è la sfida più importante che Danilo ha dovuto affrontare? 

La sfida da affrontare è stata dover innalzare il livello culturale delle risorse chiave. 

Machete nasce con la voglia di differenziarsi, in termini di qualità esecutiva e operativa, affinché le persone che frequentano la struttura possano vivere un’esperienza memorabile. 

È complicato però trasferire agli operatori, ovvero i barbieri, quegli elementi che migliorano il livello culturale a causa del fatto che le persone, svolgendo un lavoro creativo, purtroppo tendono a non studiare. 

Eppure, più studi e meno fatica farai ad inserirti e a sopravvivere nel mercato. 

Per risolvere questo problema, come ha fatto Danilo, devi allenare le tue risorse chiave non soltanto sotto il punto di vista manuale ma anche psicologico. 

È proprio quando le persone non si aggiornano e continuano a fare le stesse cose che facevano 10/20 anni fa, che nasce quella che tutti definiscono crisi. 

È vero che esiste ma è anche un momento che dà alle persone la possibilità di emergere se si comprendere che c’è il bisogno di un cambiamento radicale del mindset. 

Ricorda: la mentalità che hai, fa la differenza. 

Con quali strumenti affrontare il cambiamento culturale? 

Innanzitutto, devi seguire il tuo modello di business. 

Sappiamo tutti benissimo che il mondo sta cambiando ed è importante capire qual è il cliente target a cui vuoi rivolgerci. 

Il mercato oggi è suddiviso in due categorie:  

  • Persone che scelgono un’attività o un prodotto per il costo; 
  • Persone che scelgono un prodotto o servizio per l’esclusività. 

Danilo con il suo franchising ha scelto di diventare esclusivo e questo significa che deve costruire un processo di comunicazione, di operatività ed esperienziale che rappresenti ciò che il cliente target cerca a sua volta. 

Nel loro modello di business costruisce percorsi di formazione che diano agli operatori i valori per servire il cliente. 

Cosa fanno di differente?  

Allenano le persone a non ad essere dei dipendenti, ma a diventare degli imprenditori, facendo capire loro che per essere un leader e un operatore di successo bisogna iniziare a leggere il mercato. 

Solo così si riesce a capire come assecondare il trend. 

Il marketing e la pubblicità: quali differenze ci sono? 

Molte persone confondono il concetto di marketing con il concetto di pubblicità. 

Il marketing, nella definizione del termine, è proprio come un’azienda si pone sul mercato. 

La pubblicità invece è come un’azienda comunica qualcosa all’esterno. 

Sono due cose completamente differenti: la pubblicità è un aspetto che può aiutare il marketing ma NON è il marketing. 

E il segreto per lavorare bene in entrambe la aree è comprendere bene il cliente target. 

Tutte le azioni di marketing nascono dalla comprensione al cliente al quale ti rivolgi e non dal prodotto/servizio. 

Danilo, in maniera molto mirata, ha compreso che la parte di mercato che sta scomparendo è quella che normalmente si dice “classe media”. 

Perché? 

La classe al centro, in periodo di crisi, ne subisce le conseguenze: vorrebbe fare quello che faceva prima ma non può più farlo. 

Danilo, posizionandosi nell’esclusività, intercetta sia la classe alta che quella media, la quale tenderà verso l’alto piuttosto che verso il basso. 

La sua scelta è quindi vincente. 

Ora però ragiona su te stesso e sulla tua idea di business: stai prendendo la direzione giusta o hai dubbi e paura di sbagliare? 

Per aiutarti in questo percorso Reting ti dà la possibilità di effettuare un test grazie al quale verificare se tu e la tua attività siete davvero pronti per un cambiamento di vita di questa portata. 

Clicca sul seguente link: reting.franchisingmodel.it/main/questionario_nuovo.php  

Affidati a Reting: troverai tutte le informazioni che ti servono per volare sempre più in alto! 

A presto,  

Enrico Tosco