Passare da semplice parrucchiere a fondatore di un “meccanismo unico” differenziante è facile SE sai come farlo… Il caso studio di “Atelhair” e il suo posizionamento
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Quando si progetta e si realizza un logo per un brand si deve sempre pensare all’uomo dietro al brand, al titolare ai suoi sogni e dove vuole arrivare.
Fedeli a questo principio quando Antonio si è candidato per parlare con un consulente Reting abbiamo prima di tutto capito dove Antonio immaginava di portare la sua attività.
Al tempo Lovely Hair così si chiamava… era un salone che funzionava molto bene e riscuoteva consensi tra i clienti a livello locale, grazie alle idee del fondatore Antonio.
Questo è il primo vero punto da svincolare subito caro imprenditore.
Il salone di Antonio andava bene e tutti i conti tornavano al posto giusto i margini e guadagni erano presenti, era dunque un’azienda sana.
A questo punto occorre indagare modello 007 per cercare di capire il motivo vero e principale per cui così tanti clienti scelgono il salone di Antonio mentre Franco che gli sta difronte non batte chiodo.
(A questo punto si compiono aziono di marketing per capire e raccogliere dati utili all’analisi).
L’intervista al Titolare
(primo punto della mappa) Come prima cosa, visita presso il format per prendere visione delle modalità operative e se nascosto nei vari processi sia presente un “fattore X” che possa essere preso come punto differenziante rispetto ai competitor.
Nota bene: i competitor guarda che fanno e fai l’opposto!!!!!
Successivamente l’intervista al titolare è fondamentale per capire cosa gli ha permesso di avere successo localmente.
- È qualcosa di “valore”?
- Qualcosa da poter rivedere?
- Qualcosa da giocarsi come “ingrediente segreto”?
Antonio aveva avuto successo grazie alla sua idea chiamata “Total Look” dove si crea per ogni cliente un look che non si ferma al taglio, al colore alla sfumatura particolare… insomma il mondo “capello”…
Ma…
Un lavoro completo su tutta la figura che va a rispettare ed esaltare lo stile personale del cliente.
L’idea è sembrata buona da rivendere come ingrediente magico ma, occorreva verificarla sul campo e validarla per poter essere successivamente varata (con annessa bottiglia ecc…).
Una cosa è certa, come idea richiedeva il costante e assiduo impegno di tutti i dipendenti a:
- conoscere la persona;
- conoscere le sue abitudini;
- conoscere cosa gli piace;
- conoscere cosa non gli piace;
- conoscere i colori preferiti;
- conoscere i colori odiati;
- ecc…
Poco importa perché tutte queste informazioni sono necessarie in fase di marketing dunque non è mai tempo perso ma tempo saggiamente investito.
Sondaggio del mercato
(secondo punto della mappa) Per verificare la validità della proposta “Total Look” è stato fatto un sondaggio multiplo con domande aperte e chiuse al target della clientela del salone di Antonio.
Il marketing tramite le domande:
- Qual è la caratteristica più importante che cerchi quando richiedi un servizio di Total Look?
- Qual è la problematica più frequente che hai avuto in passato in un’attività di parrucchieri?
- Cosa vorresti trovare nel parrucchiere del futuro?
Hanno confermato l’idea di Antonio sul “Total Look”, le persone hanno risposto alla prima domanda con una percentuale del 50.7% di cercare di “ottenere un lavoro che rispetti il mio stile.
Il sondaggio indica un’effettiva problematica sentita dal target.
Alla seconda domanda il target ha risposto con “risultato diverso dal richiesto” specchio anche qui, che non c’è un risultato che soddisfi il target appieno.
Infine, il target si aspetta da un salone che ci sia “chiarezza sul risultato tramite simulatore”.
Analizzando il sondaggio abbiamo deciso di validare la proposta “Total Look” e sviscerarla per renderla vendibile al target.
Aveva un senso, dato dal mercato, che la figura di “parrucchiere” evolvesse in “consulente” che non riguarda solo i “capelli” ma tutta la figura.
Lo studio del naming e del logo
(terzo punto della mappa) Il punto cruciale sta nel trovare un nome di brand “memorabile” che rimandi chiaramente alla risoluzione del problema, in questo caso “problema al look del capello e non solo”.
Il team di sviluppo ha pensato a vari nomi possibili, tutti che richiamino il messaggio del brand, e alla fine è stato scelto Atelhair.
Questo nuovo nome identifica subito una categoria diversa dal solito salone di acconciatura, qui si parla di Atelier (nome rubato alla moda) dunque di lusso, prestigio il fatto a “mano” di classe.
Questo brand name celebra e rappresenta pienamente la reinterpretazione della figura dell’hair stylist che caratterizza il progetto.
L’atelier dell’artista o l’atelier dello stilista di alta moda rappresentano i luoghi dove i professionisti esercitano la propria arte, questi laboratori che sfornano sempre idee nuove che lanciano future tendenze e dove si sperimentano le innovazioni.
L’atelier rappresenta il luogo dove in maniera sartoriale viene cucita per il committente un’opera d’arte, che non solo soddisfi le richieste del committente e che calzi perfettamente… ma soprattutto che esalti pienamente il suo stile.
Da questa idea nasce l’atelier del capello, in una parola, o meglio in un neologismo: AtelHair. Il payoff: “l’atelier dell’acconciatura” evidenzia il fatto di posizionarsi nella mente del consumatore come l’unico salone di acconciatura paragonabile ad un atelier.
Il logo è nato dal gioco di parole del nome del brand.
Il punto pilota del brand è partito molto bene oltre le aspettative dunque aspettiamo i primi affiliati con entusiasmo.
La parte pratica logo e naming
(quarto punto della mappa) Per la realizzazione pratica del logo e del naming è stato tenuto ben presente il concetto di:
- Fattore differenziante – idea del Total look con studio dello stile personale;
- Approccio imprenditore – Antonio (fondatore del Brand) rappresenta un artista una persona eclettica.
Antonio ha un approccio scientifico durante la consulenza, vengono usati strumenti che rilevano in base ai colori della persona, alla morfologia della testa ecc… il giusto taglio per esaltare la bellezza e le caratteristiche del viso della persona.
Per questi motivi a livello di naming è stato cercato qualcosa di pertinente con il mondo della moda.
Tra le varie idee è stata avvallata “Atelhair”, che gioca con la liaison tra le parole “Atelier” (nel campo moda) e “Hair”.
Lo scopo fondamentale è che il nome trasferisca immediatamente al cliente l’idea dell’atelier dell’artista quel posto magico dove prendono vita tutte le idee, ci sono sempre nuove intuizioni.
Il senso finale è quello dell’Atelier del capello.
Fattore determinante nella scelta del nome e del logo è stata l’idea del titolare del format (Antonio) di posizionarsi verso un target medio/alto spendente differentemente da prima (target medio/basso spendente).
Per il nome dovendo trasferire eleganza, lusso, istituzionalità è stato scelto il francese (Atelier diventato Atel) unito ad “Hair” un termine che rende internazionale il brand.
Il naming è accompagnato da un payoff che trasferisce la componente di italianità al brand richiamando la qualità italiana, legata alla moda, al quale il brand si ispira.
Il posizionamento ha influenzato anche la parte di “design” infatti è stato scelto un carattere con delle grazie e, visto il naming corto, è stato scritto tutto in maiuscolo per trasferire senso di solidità e istituzionalità.
Per la parte grafica del marchio è stata fatta la scelta di porre attenzione alla lettera “A” l’iniziale del brand.
È stato sostituito il trattino della lettera “A” inserendo un’onda che richiama il capello e trasferisce un concetto di movimento, sinuosità, forme e infine eleganza.
La scelta di un logo minimal è stata mantenuta anche nei colori scegliendo il nero su sfondo bianco molto comune nel mondo del capello.
Per questa puntata è tutto amico imprenditore, non mi resta che ricordarti…
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