Il business consultant nel franchising: chi è e cosa fa
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Nel mondo del franchising, il successo di una rete non dipende solo dalla forza del marchio o dalla qualità dei prodotti, ma anche dal supporto operativo e strategico fornito agli affiliati. Il Business Consultant svolge un ruolo cruciale in questo contesto, fungendo da ponte tra il franchisor e i franchisee per garantire coerenza, efficienza e crescita sostenibile.
Cosa fa il business consultant in una rete franchising
All’interno della struttura organizzativa di una rete franchising, il business consultant occupa una posizione di rilievo, superiore a quella dello store manager o responsabile di punto vendita. Questa figura professionale vanta una solida esperienza sia in ambito operativo che gestionale, ed è chiamata a svolgere una funzione strategica a supporto del franchisor e dei singoli franchisee.
Il compito principale del business consultant è quello di garantire l’applicazione coerente degli standard aziendali definiti dal franchisor. Questo avviene attraverso un programma annuale di visite operative presso i punti vendita affiliati. Durante ciascuna visita, il consulente analizza il rispetto delle procedure operative contenute nel Manuale Operativo del brand. Le aree di osservazione includono l’igiene degli ambienti, la gestione della food safety, la sicurezza sul lavoro, la corretta preparazione del prodotto e l’erogazione del servizio al cliente, oltre alla conformità con il regolamento interno dell’azienda.
Tuttavia, l’attività del business consultant non si esaurisce nel controllo della qualità operativa. Un’altra area chiave del suo intervento riguarda l’analisi delle performance economiche e gestionali del punto vendita. Il consulente monitora con regolarità indicatori cruciali come il fatturato, il numero di transazioni e clienti, nonché i dati di avanzamento rispetto al business plan definito a inizio anno. L’obiettivo è verificare che ogni affiliato stia rispettando le previsioni di crescita e redditività concordate con il franchisor.
Quando inserire il business consultant
L’introduzione del Business Consultant è fondamentale man mano che la rete franchising cresce. Inizialmente, il franchisor può gestire direttamente il supporto agli affiliati, ma con l’aumento del numero di franchisee, diventa essenziale delegare questa funzione a un professionista dedicato. Generalmente, quando si raggiungono 2-3 affiliati, è il momento opportuno per inserire un Business Consultant, che può efficacemente supportare fino a 10-15 punti vendita. Questo permette al franchisor di mantenere un alto livello di assistenza e controllo sulla rete, favorendo una crescita equilibrata e sostenibile
Come lavora il business consultant
Per costruire un rapporto di fiducia e trasparenza, è fondamentale che il franchisee conosca sin dalla firma del contratto di affiliazione il livello di supporto che riceverà dalla casa madre. Il franchisor, già in fase di pianificazione, deve definire con chiarezza la frequenza e la tipologia delle visite che il business consultant effettuerà presso i punti vendita affiliati.
Una prassi altamente consigliata è quella di prevedere almeno quattro visite operative all’anno, distribuite su base trimestrale. Queste visite dovrebbero includere sia incontri annunciati che non annunciati, per ottenere una visione completa della gestione del punto vendita.
Le visite annunciate permettono al franchisee di prepararsi accuratamente, mostrando il massimo livello di operatività che è in grado di garantire. In questo contesto, il business consultant valuta l’efficienza e il rispetto delle procedure, attribuendo un punteggio su una scala da 0 a 100. Supponiamo, ad esempio, che in una visita annunciata un punto vendita ottenga un punteggio di 85: ciò rappresenta il potenziale massimo raggiungibile.
Al contrario, le visite non annunciate forniscono un quadro realistico della routine quotidiana. Poiché il franchisee non è a conoscenza della visita, il livello di preparazione è più spontaneo e riflette la gestione abituale dell’attività. Se in questo secondo caso il punteggio dovesse scendere a 55, il compito del business consultant sarà quello di analizzare il motivo di tale scostamento.
L’obiettivo strategico è ridurre il divario tra le due prestazioni. Un disallineamento di oltre 10 punti indica una gestione instabile, mentre un gap contenuto suggerisce una buona continuità operativa. Il business consultant guida quindi il franchisee in un processo di miglioramento strutturato, trasformando l’analisi dei dati in un piano di azione concreto.
Al termine di ogni ciclo di visite, il consulente si confronta direttamente con il franchisee per elaborare interventi personalizzati. Questo confronto consente di individuare i punti di forza da consolidare e le criticità da affrontare, con azioni mirate su aspetti come l’organizzazione logistica, la gestione dei fornitori, la pianificazione dei turni e delle ferie, la preparazione dei prodotti e la qualità del servizio al cliente. Tutto ciò con un solo obiettivo: garantire una performance costante, allineata agli standard qualitativi del brand.
Il Business consultant: un vero alleato del Franchisee
Insomma, in una rete di franchising ben strutturata, il business consultant non deve mai essere percepito come un controllore o un ispettore inviato dalla casa madre, ma come un partner strategico al fianco del franchisee. La sua funzione è quella di fornire supporto operativo concreto, aiutare a identificare criticità nascoste e proporre soluzioni pratiche per ottimizzare la gestione quotidiana.
È fondamentale che il franchisee pretenda un supporto costante e professionale. La presenza di un business consultant dedicato è garanzia di qualità, coerenza e miglioramento continuo. Se questa figura viene vissuta con diffidenza o con paura del giudizio, si perde completamente il suo potenziale positivo.
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