Gli errori da NON commettere se vuoi scrivere un perfetto contratto di franchising.
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Stai iniziando a pensare di espandere la tua attività di successo in un franchising, ma non hai idea da dove iniziare?
Nell’articolo di oggi ti parlerò proprio di come devi muoverti per costruire, passo per passo, un buon franchising e come scrivere quindi un contratto grazie al quale nessuno potrà diventare un tuo concorrente (rubando le tue idee).
Ti assicuro che questo argomento è davvero importante…
Spesso, istintivamente, si crede che basta adattare un contratto che qualcun altro ha utilizzato al proprio modello di business. Non è così.
Con le prossime righe voglio aiutarti a comprendere che non puoi sottovalutare questo compito; in caso contrario, andrai incontro a grossi rischi che si intaccheranno il tuo futuro successo.
IL CONTRATTO: in cosa consiste questo strumento?
Puoi vedere il contratto come una fotografia iniziale o come un film.
Tuttavia, il contratto di franchising NON può essere la fotografia iniziale di quando entri in contatto con il tuo potenziale franchisee (il quale versa la fee d’ingresso e inizia il suo percorso)…
Perché?
Perché un buon contratto di franchising è molto più ampio: proprio come il copione di un film, esso descrive qualcosa di dinamico e duraturo nel tempo.
Come ben saprai, l’affiliazione consiste nel trasferimento di una serie di informazioni che costituiscono il know-how aziendale.
Di conseguenza è fondamentale ciascun momento che costituisce il rapporto franchisor-franchisee:
- In un primo step il tuo potenziale partner avrà bisogno di tutte le informazioni di cui necessita prima di affiliarsi, in particolare l’allestimento del punto vendita e la formazione;
- Successivamente, durante la sua attività, manterrà un certo contatto per ricevere le forniture, per l’erogazione dei servizi e le scorte;
- L’attività sarà dinamica anche al termine del contratto perché, nel momento in cui trasferisci il tuo know-how al tuo affiliato, quest’ultimo potrebbe diventare un tuo competitor.
La terza fase è davvero un momento delicato.
La fine del contratto può infatti essere patologica, nel caso in cui qualcosa vada male a causa di un inadempimento, o normale in seguito al decorso del tempo stabilito al suo interno.
Il tuo interesse in questo momento è tutelarti per evitare che il tuo affiliato abbia un atteggiamento di concorrenza nei tuoi confronti.
In questo senso dovrai evitare questa situazione, attraverso il contratto stesso che, nella sua ultima parte, deve descrivere anche gli obblighi di non concorrenza post-contrattuali.
Il contratto è quindi uno strumento che descrive una situazione molto ampia.
Non a caso, molto spesso, è lungo, corposo, formato da una ventina di pagine di azioni e clausole che specificano gli aspetti di dettaglio di ogni singola attività.
Una domanda ora sorge spontanea…
In che modo il contratto ti tutela e blinda la tua idea imprenditoriale nei confronti di un potenziale competitor?
Se dovessi pensare che il monopolio è l’unica forma di tutela, non potresti vivere all’interno di una società affollata come quella odierna.
È chiaro che, quindi, non appena ti mostri, subisci una concorrenza.
Tuttavia, non è solo questo il problema.
I sistemi che implementi devono funzionare… e difficilmente si hanno formule così innovative e segrete dal creare un servizio MAI visto prima.
Di base devi offrire dei servizi di qualità e, grazie allo standard raggiunto, eleverai la tua percezione complessiva sul mercato.
Posso utilizzare un contratto di franchising fatto da altri?
Perché quindi non utilizzare un contratto che trovi in rete se le differenze non sono così esorbitanti?
Sta a te decidere come agire.
Se trovi in rete un contratto di un’azienda robusta e credibile e lo copi, dovrai essere in grado di erogare i servizi che quel franchising offre.
Al suo interno dice di fare attività di formazione continua e di alto livello? Anche tu dovrai offrire la stessa identica cosa… altrimenti andrai incontro a degli inadempimenti contrattuali e successivamente alla soluzione del contratto con annesso risarcimento del danno!
Puoi comprendere quindi che non basta cambiare il nome di un contratto per creare una struttura funzionante.
Il contratto è un impegno e va meditato rispetto a quello che sai e che puoi fare, affinché al suo interno contenga il tuo modus operandi secondo la tua visione.
Ed è questo il vero modo per tutelare la tua idea.
Più sarai preciso e dettagliato nel definire le tue procedure, basate solo ed esclusivamente sui tuoi valori, più difficile sarà applicare queste stesse procedure a un qualsiasi altro franchising.
Franchising e tutele: registra il tuo marchio
Un altro consiglio che posso darti per proteggere la tua idea è registrare il tuo marchio.
Questa è un’attività economica semplice che, se fatta subito, risolverà molti dei possibili problemi a cui andresti incontro in futuro.
Pensaci: se puoi temere il tuo competitor per quanto riguarda il tuo know-how, figurati sul marchio che è un’immagine immediatamente replicabile!
Tuttavia, nel caso in cui tu non abbia ancora registrato il tuo marchio, hai a disposizione anche altri strumenti di tutela.
Tra questi il diritto di pre-uso, grazie al quale puoi dimostrare di aver utilizzato prima tu un determinato marchio.
Ma perché metterti nella condizione di dover rincorrere?
Tutto è contestabile e di tutto è possibile discutere, ma non ha senso privarti di una difesa.
È vero, puoi utilizzare lo strumento del pre-uso, ma questo ti costringerà a recarti in tribunale davanti al giudice (il che richiede tempo e denaro): tanto vale registrare il tuo marchio fin da subito!
All’interno del contratto quale aspetto crea maggiori problemi?
In ambito di franchising, i principali problemi sono legati agli aspetti economici.
La legge afferma che il contratto deve specificare quali sono gli investimenti che hai a disposizione per aprire la tua rete.
E questo aspetto, ovvero la creazione di un business plan da parte del franchisor, spesso viene sottovalutato!
Se non effettui un’analisi dei dati e della sostenibilità del tuo progetto sul mercato ma aderisci comunque ad una rete con un determinato impegno economico, ben presto ti renderai conto di avere altri costi: oneri pubblicitari mensili, riassortimento automatico del tuo magazzino e così via…
E questi andranno ad impattare pesantemente sulla tua capacità economica.
È quindi fondamentale una progettazione, sia da parte del franchisor che del franchisee, e uno studio accurato dei numeri che si muovono all’interno del progetto.
Quali sono gli errori che si commettono nel formulare il contratto di franchising?
Innanzitutto, voglio specificare che il fatto di scaricare il contratto dalla rete non è di per sé un errore; lo è perché non contiene esattamente ciò che svolgi tu, ma descrive i servizi offerti da qualcun altro.
E non è forse preferibile che la tua rete sia gestita secondo i tuoi criteri?
Ma veniamo ora agli errori veri e propri:
- Credere che fare franchising sia una scorciatoia economica (questo vale sia per il franchisor che per il franchisee).
Come franchisor non puoi pensare di fare business solo sui soldi delle affiliazioni: il tuo investimento iniziale è NECESSARIO!
E lo stesso vale per il franchisee: se è la prima volta che un potenziale affiliato entra nell’ambito dell’imprenditoria, la sua inesperienza può diventare debolezza economica e, di conseguenza, non saprà quando il suo investimento diventerà produttivo, ponendosi così in un rischio.
Unendo queste due debolezze, del franchisor che vuole fare business con i soldi degli altri e del franchisee che entra nel tuo settore con poche capacità imprenditoriali e poche risorse, si rischia di creare un franchising fragile.
L’errore consiste nell’essere o non essere imprenditore nel proprio animo.
Devi riuscire a capire che non stai più vendendo un prodotto o servizio ma un contratto: il tuo core business sarà differente.
Non sarai più un bravissimo ristoratore ma un ristoratore che vende un contratto di franchising.
- Un secondo errore è quello di non avere chiaro che le attività devono diventare delle vere e proprie procedure.
Devi uscire dal tuo ambito personale e rendere le attività che gestisci duplicabili.
Un ottimo consiglio per chi vuole fare il franchisor è quello di attivarsi attraverso più punti vendita: c’è una differenza sostanziale tra la gestione di un unico punto vendita presente nel tuo paese all’interno del quale lavori da decenni e sei conosciuto, e quella in un quartiere o una città diversa.
Se ti è possibile, è consigliabile aprire, prima ancora del franchising, più di un punto vendita in modo tale da ricavare tutti gli elementi per costituire il tuo manuale operativo per il tuo futuro modello di business.
E proprio perché ho nominato questo elemento fondamentale del franchising, il manuale operativo, devo fare chiarezza anche su un altro aspetto.
Cosa bisogna realizzare prima: contratto, manuale o business plan?
In una scaletta ideale questi sono gli elementi fondamentali che devi realizzare:
- Manuale operativo;
- Business plan;
- Contratto di franchising.
Anche perché pensare di creare il tuo contratto senza dati e senza un’analisi svolta in precedenza è controproducente.
Il risultato non sarà mai esatto e reale: è necessario avere tutti gli elementi prima di creare il testo dell’accordo.
Il contratto di per sé è lo strumento finale di un’elaborazione che nasce da un imprenditore che ha creato un format che funziona bene.
Lo dice anche la legge: per poter fare il franchisor devi aver sviluppato sul mercato una forma; il tuo punto vendita deve esistere e devi poterlo misurare.
Non a caso, il secondo elemento fondamentale è il business plan.
La tua attività non può essere artigianale al punto tale da essere in grado di svolgerla solo tu, altrimenti non potrà mai essere replicabile.
Al contrario, deve essere possibile misurare i sistemi al suo interno e creare un business plan, cosicché tu possa dire che, se tutto funziona bene nel tuo punto vendita, funzionerà anche in quello dei tuoi affiliati.
Conclusioni.
Mi raccomando: ricorda che il franchising è un’opzione, ma non è l’unica.
Non è nemmeno detto sia la migliore… dipende da come vuoi sviluppare il tuo business.
Se sei deciso a intraprendere questa strada, tieni a mente che il contratto di franchising si valorizza quando c’è una capacità diversificante, sia per marchio che per contenuto di esperienza.
Mentre fino a qualche anno fa il sapere veniva tramandato da padre a figlio, ora, in seguito a vari fenomeni sociali, il passaggio dell’esperienza passa attraverso il contratto di franchising e non attraverso l’affiliazione naturale.
Scegliere questo strumento è quindi una decisione legata anche alla complessità del business: quando c’è da trasmettere un know-how è importante valutare la strada corretta per espandersi.
E, proprio per aiutarti in questo percorso, Reting ti fornisce un test grazie al quale verificare se tu e la tua attività siete davvero pronti per un cambiamento di vita di questa portata.
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A presto,
Enrico Tosco