Cambia la tua vita: da franchisee insoddisfatto diventa un vero e proprio franchisor di successo.

Benvenuto imprenditore,

nell’articolo di oggi ti voglio raccontare la storia di Alberto Langella, un ex-franchisee che, scontento del rapporto che aveva con il suo franchisor, ha deciso staccarsi da quest’ultimo, con due altri suoi soci, per creare una sua realtà in franchising.

È una storia affascinante ricca di informazioni che come futuro franchisor devi conoscere.

A volte pensiamo che un affiliato scontento non sia un problema, eppure devi sapere che chi hai di fronte è anch’esso un imprenditore vero e proprio, che ha dei desideri, delle idee e la forza di poter fare tanto quanto te!

La prima lezione che devi fare tua già da queste poche righe è che è sempre bene tenersi in casa i propri affiliati e spingerli a far emergere la loro verve imprenditoriale all’interno della tua rete, creando una vera e propria alleanza, per evitare di indurli a diventare tuoi concorrenti.

Ti ricordo che il passaggio da imprenditore a franchisor è delicato: non hai più a che fare con dipendenti e collaboratori, bensì con un altro professionista che decide di investire con il tuo nome.

Questa persona però ha voglia di fare e vuole contribuire nel far crescere il tuo marchio.

Se come franchisor non sei nelle condizioni di ascoltarlo e di percepire i segnali che ti trasmette, può accadere che decida di staccarsi dal tuo progetto e fare la sua strada per dimostrare che le sue idee sono valide.

Alberto Langella: da franchisee a franchisor di successo.

Alberto Langella è cofondatore e unico amministratore di “Pentagroup”, proprietaria di due brand: La Yogurteria e Fry Chicken.

La sua storia inizia nel 2002, quando scelse di investire come franchisee in un progetto già avviato.

Tuttavia, nonostante cercasse in ogni modo di avere un rapporto di comunicazione con il suo franchisor, non ricevette ascolto.

Da qui nacque l’esigenza di mettersi in gioco: nel 2006 questa idea si concretizzò, e iniziò a svilupparsi con altri due soci, portando alla luce il primo brand: “La Yogurteria”.

Sono partiti con un singolo punto vendita, testato per un anno, ancora molto frequentato: si trova in provincia di Salerno, a Pagano, un paese di 26.000 abitanti in cui il riscontro fin da subito era stato importante.

Successivamente, visto il successo iniziale, decisero di espandersi con un primo affiliato che è tutt’oggi ancora con loro e, come racconta Alberto con orgoglio, aumenta il suo fatturato del 7% l’anno.

La loro attività ha avuto molto successo fin da subito e ora la rete conta più di 50 punti vendita affiliati.

Questo è un risultato importante.

La chiave del successo di un franchising: CREARE UN GRUPPO.

Da queste poche righe si comprende una cosa molto importante.

Personalmente credo che le persone, quando entrano all’interno di un gruppo, lo facciano proprio perché vogliono sentirsi all’interno di un gruppo.

Sembra una frase scontata ma racchiude il senso del buon franchising.

Oggi si sente dire molto spesso che il numero migliore di imprenditori a capo di una società è un numero dispari inferiore a 2, ovvero 1.

Ma non è così vero: ci sono imprenditori, tra i quali Alberto stesso, che aprono società in più di due persone… e questo significa che esiste davvero un modo per fare società con altri, anche nelle piccole attività locali.

La chiave di un business solido sta proprio nel CREARE UN GRUPPO.

Te lo dico perché il franchising è un gruppo di imprenditori!

È vero, non sono soci che possiedono le stesse quote, eppure ci si lega tutti con una sorta di patto di alleanza in cui ciascuno lavora nel suo ruolo, proprio come in una società, o in una squadra di calcio professionale.

Una delle citazioni più famose del padre dell’economia moderna Adam Smith, che ha scritto “La ricchezza delle nazioni”, è:

La ricchezza delle nazioni nasce dalla divisione del lavoro.

Questo è l’insegnamento più grande dell’economia ed è la stessa identica cosa che diceva Alberto al suo franchisor quando non veniva ascoltato.

Sicuramente non ascoltare i feedback provenienti dai tuoi partner è un non fare il tuo ruolo.

Il tuo compito consiste proprio nell’ascoltare i tuoi partner per poter creare delle statistiche e sviluppare e far crescere il tuo progetto.

Se ascolti i tuoi affiliati, il gruppo si solidifica e va avanti.

In caso contrario, perderai qualcosa o qualcuno: a qualsiasi franchisor avrebbe fatto piacere avere una franchisee come Alberto e i suoi soci in squadra!

E Alberto, proprio a causa della sua esperienza negativa, ha deciso di impostare il suo modello sul supporto costante.

Lo si percepisce da come parla dal suo primo affiliato: con orgoglio ha affermato che da 12 anni lavora con loro e tutt’ora ha una crescita economica veramente importante.

Questo fa riflettere sulla mentalità di un franchisor di successo.

Ora voglio presentarti una mia idea riguardo alle tipologie di franchisor che ho incontrato in tutti questi anni…

I sei prototipi di FRANCHISOR.

Nel tempo ho individuato sei categorie di franchisor:

  • Il franchisor con il proprio core business: il franchising si evolve a partire da un’attività di famiglia, nella quale l’imprenditore lavora da una vita;
  • Il master, ovvero colui che porta dall’estero un brand e lo sviluppa;
  • L’imprenditore che prima crea la sua rete diretta di negozi e poi decide di entrare nel mondo del franchising;
  • L’imprenditore mancato che ha aperto una sua rete ma non riesce a gestirla nella maniera corretta;
  • Il venditore che pensa solo a far cassa e a fare affiliazioni, senza interessarsi al buon esito della sua rete;
  • L’ex-franchisee, che costruisce il suo format sulla base delle ferite che ha vissuto sulla sua pelle quando era lui stesso un affiliato.

Alberto rientra proprio in quest’ultima categoria: per tale ragione pensa in primis ai suoi partner e solo dopo a sé stesso.

È un bel segnale che deve ti deve far riflettere, sia nel caso in cui tu sia un franchisor, sia che tu sia un imprenditore che un giorno lo diventerà.

La prima cosa che identifica un buon franchising infatti è la fidelizzazione dei tuoi affiliati.

È vero che la rete deve seguire le direttive e le regole della casa madre, ma è altrettanto vero che è una risorsa in grado di fornire degli spunti fondamentale per il tuo format.

Sono persone che hanno creduto in te, hanno investito i loro soldi per mettere il tuo nome sul loro negozio.

Così come loro credono in te, devi credere anche tu in loro!

Come creare una squadra di prima linea forte come quella di Alberto?

Grazie alla sua esperienza di lunga durata, Alberto consiglia di muoversi con cautela, facendo passi LENTI.

L’errore che ha commesso lui stesso in passato, per dare popolarità al suo brand, è stato fornire il suo format a tutti.

Seleziona bene chi deve affiancarti, comprendi chi rimarrà nel tempo e chi meno, perché ricorda che chi apre il tuo punto vendita porterà il tuo nome in tutto il territorio.

Per tale ragione è fondamentale agire con cautela: le persone che sceglierai per il tuo franchising devono essere in target, ovvero devono possedere la tua stessa visione e avere la tua stessa tenacia, affinché siano in grado di trasmetterla ai loro dipendenti nel negozio che apriranno.

Ricorda sempre che un buon investimento non fa di quella persona un affiliato adatto al tuo format.

Successivamente, compiuta la selezione, dovrai dedicarti molto ai tuoi partner in ogni momento perché il tuo obiettivo finale è quello di COSTRUIRE UNA FAMIGLIA (sia all’interno del tuo team, che nella tua rete di affiliati).

Creare dalla tua attività in paese una grossa rete, richiede tempo e impegno.

In mezzo a questo percorso ci sono degli step intermedi che non si possono evitare.

Quali sono i primi passi da compiere per trasformare la tua attività in un franchising?

Il primo passo più importante in assoluto consiste nel fare UNA SCELTA: chiediti se vuoi aprire più punti vendita diretti o espanderti in franchising.

Questo primo step è mentale.

Devi ragionare sulla tua visione e su come ti vedi nel futuro.

Successivamente, devi comprendere quali sono i passi giusti che ti permettono di creare il tuo franchising e che lo manterranno forte e solido negli anni.

E come riuscire a farlo?

Trasformando il tuo primo negozio, sul quale devi effettuare tutti i test, in un Centro Pilota.

Questo significa che devi lavorare sulle procedure, sul logo, sul layout, sui processi, sul marketing e su tutti quei sistemi che ti permettono di attirare costantemente nuovi clienti in target all’interno del tuo punto vendita.

Quando capisci che il tuo punto è diventato un centro pilota?

Nel momento in cui il 99% dell’operatività giornaliera è completamente delegata allo staff.

Il rimanente 1% consiste nell’intervento e nel controllo fiscale e di gestione, nel quale è necessaria la tua figura.

Tuttavia, fino a quando non avrai la sensazione che la tua attività è autonoma, significa che non è ancora diventata effettivamente un Centro Pilota.

Se pensi di aver ultimato tutti i processi per trasformare la tua attività in un franchising, o se ti stai chiedendo quali altri elementi devi modificare/aggiungere, ti invito a compiere una verifica.

Compila il questionario Reting, formato da 20 domande, per avere più certezza e meno dubbi riguardo questo cambio di vita che stai per compiere.

Clicca sul seguente link:

reting.franchisingmodel.it/main/questionario_nuovo.php

Affidati a Reting: troverai tutte le informazioni che ti servono per volare sempre più in alto!

A presto,

Enrico Tosco.